Asa invocò il suo Dio, e disse… soccorrici, Signore nostro Dio! Poiché su di te noi ci appoggiamo
(2 Cronache 14:10)
Canani, il veggente, si recò da Asa e gli disse: Poiché ti sei appoggiato sul re di Siria invece di appoggiarti sul Signore… l’esercito del re di Siria è scampato dalle tue mani
(2 Cronache 16:7)
I nostri versetti non rappresentano soltanto il tempo passato tra due guerre risolte in maniera diversa: la prima con una vittoria storica e l’altra mediante un’abile trattativa e un’alleanza apparentemente vantaggiosa.
La differenza tra le due vittorie, infatti, non fu di natura politico-militare ma spirituale.
È la grande differenza che passa fra l’ardente fede di un giovane re che “s’appoggia” sul Signore e sconfigge un possente esercito e l’arte diplomatica di un re maturo che non esita ad allearsi con un sovrano pagano per rintuzzare l’aggressività del regno del nord.
Il costo economico, politico e militare che Asa pagò per ottenere la seconda vittoria non fu piccolo ma quello spirituale fu notevolmente più alto e lasciò un triste segno sulla sua testimonianza.
Per quale ragione?
Perché a un certo punto smise di appoggiarsi sul Signore e confidò sul suo discernimento, agendo stoltamente.
Tra le tante lezioni che impariamo dalla vita di Asa, ricordiamo questa: le vittorie, i successi e le conquiste che otteniamo non sono più importanti del modo in cui li conseguiamo.
La fede non contempla il pragmatismo cinico del “fine che giustifica i mezzi”, ma si poggia su Dio, e su di Lui soltanto.
Perciò carissimo, qualunque battaglia tu stia combattendo o traguardo inseguendo, appoggiarsi a Dio è il solo “metodo” che ti garantirà la Sua approvazione.
Questa è la cosa fondamentale, ben oltre qualsiasi successo.
Perciò, esaminiamoci: Su chi ci stiamo appoggiando?
Aniello & Rosanna Esposito
Twitter: @Buonasettimana
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