Fino a quel momento, io non avevo detto nulla…
(Neemia 2:16)
Neemia, “uomo che cercava il bene del popolo”, è una figura di grande incoraggiamento per la ripresa da una difficoltà.
Il nostro versetto descrive la conclusione della prima fase del suo impegno per ricostruire Gerusalemme, in cui notiamo sentimenti e azioni che sono di insegnamento per chi vuole fare veramente del bene.
L’amore, la passione. Nel libro di Neemia è evidente l’amore che egli nutre per il suo popolo e per la sua città. Dovremmo sempre ricordare che senza vero amore, quello che viene da Dio e onora Dio, non possiamo fare del bene veramente utile.
La preghiera, il digiuno. Davanti alla tragedia, Neemia non fece tanti proclami e nemmeno cercò colpevoli da accusare, ma invocò il Signore con una toccante confessione.
Il coraggio, la rinuncia. Neemia lasciò una posizione sicura e privilegiata, mettendo a rischio tutto e rinunciando a molto, recandosi in Giudea per fare il bene: in prima persona, concretamente.
La riflessione, la discrezione e la conoscenza del bisogno. Giunto a Gerusalemme, non parlò con nessuno. Fece prima di tutto una perlustrazione (con pochi mezzi, di notte) per prendere atto della situazione.
Poi parlò… L’opera di questo “restauratore” fu suscitata e onorata da Dio, che lo protesse e rese vittorioso. Per questa ragione, ancora oggi, Neemia rimane esempio di come si fa il bene che Dio gradisce e approva.
Un bene molto simile a quello che Gesù Cristo ha fatto a noi, rinunziando a Sé stesso, lasciando tutto, dando tutto per noi.
Possa il Signore, in questa terribile pandemia, aiutare il Suo popolo ad agire come Neemia, come Gesù… a fare prima di parlare!
Se lo faremo, c’è la serena certezza che, accada quel che accada, #tuttoandràbene!
Aniello & Rosanna Esposito
Twitter: @adiportici
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