Tu non farai finta di non averli visti, ma dovrai aiutare
(Deuteronomio 22:1-4)
Nel nostro testo ci sono prescrizioni che incoraggiano a mostrare praticamente l’amore, lasciandosi coinvolgere nella vita degli altri.
Qualunque cosa il prossimo (vicino o lontano) avesse perduto (un bue, una pecora, un asino, una veste o qualunque altro oggetto), nel momento in cui ne diventava consapevole, l’Israelita non poteva “far finta di nulla”. Diodati traduce il concetto con: “Non ritrarti indietro”, molte versioni inglesi lo rendono: “Non ti nascondere”.
Dio, in effetti, ci ordina di non nasconderci, non allontanarci, non far finta di niente quando vediamo qualcuno in difficoltà.
Certo, essere coinvolti nelle sciagure altrui non è cosa da poco. I pericoli sono tanti e le controindicazioni notevoli.
C’è il rischio di essere raggirati dalla rappresentazione di un bisogno falso o esagerato da qualche opportunista.
C’è il rischio di essere malmenati da chi, fingendosi ferito, ci si rivolta contro derubandoci e ferendoci.
C’è il rischio, non remoto, di essere percepiti come indiscreti, invadenti, molesti e di amareggiarsi.
C’è, però, (grazie a Dio) la possibilità di fare del bene, incoraggiare, aiutare e salvare qualcuno che è caduto e non sa come rialzarsi.
Come possiamo contemporaneamente evitare i pericoli e manifestare concretamente l’amore di Dio andando incontro alle necessità altrui?
Vivendo una vita di comunione con Lui, con la Sua Parola e con lo Spirito Santo. Infatti, se siamo condotti dal Signore, Egli stesso ci aiuterà a fare il bene nei modi e nei tempi che ci indicherà.
Non c’è la garanzia assoluta che nessuno si approfitti di noi o ci fraintenda, ma ci basti sapere che se siamo approvati da Dio, Lui saprà ricompensarci.
Aniello & Rosanna Esposito
Twitter: @adiportici
Il testo di questa meditazione, come tutti i testi pubblicati su questo sito, può essere liberamente distribuito senza scopo di lucro, citando la fonte, l’autore e il sito web da cui è stato tratto.