Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia, il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?» Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi … finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole» (leggere Daniele Capitolo 4)
Pensiamo forse che Dio non mandi a effetto la Sua Parola? O che abbia cambiato idea sul peccato, sull’indolenza, sulla tiepidezza…? Non possiamo permetterci di essere vaghi e distratti come Lot che “girava a vuoto” mentre il giudizio stava per piombare su Sodoma.
Per molti di noi è necessario realizzare un profondo ravvedimento. Sia chi non è ancora nato di nuovo, per convertirsi definitivamente a Cristo; sia chi, pur essendo figlio di Dio, vive nella tiepidezza, nell’egoismo, nel formalismo religioso.
Nessuno può, da solo, cambiare il proprio carattere, moderare il proprio temperamento. Nessuno può espiare le sue colpe, lavare le sue iniquità… Ma c’è Uno che può, che vuole, impedire che siamo giudicati per l’incredulità, per la ribellione alla volontà di Dio, per aver vissuto ignorando la Sua sovranità.
Andiamo perciò a Cristo stamattina per realizzare la Sua grazia, per ricevere mediante la fede nel Suo sacrificio, il perdono dei peccati e la forza di vivere una vita a Lui gradita, in vista del Suo ritorno.
Se abbiamo sprecato gli ultimi dodici mesi… vediamo di non farlo anche con i prossimi!